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DARIO ROBBIANI (1939 - 2009)
IMMES - Immagine e messaggio
Via Sole 2
6942 Savosa (CH)


immes@mediatree.com
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Immagine e messaggio

L'importanza di comunicare
Mi chiedono che cosa faccio? Rispondo: il consulente per lacomunicazione. Mi guardano stralunati, esclamano "ah", e mi sembradi capire che s'immaginano che faccia un mestiere sconveniente,addirittura che viva di rendita, o che sia pensionato senza osareconfessarlo.

No, no, è proprio questa la mia attività principale,oltre a quella di giornalista. Ma lo scrivere sui giornali èquasi un passatempo, un esercizio per non lasciare arrugginire ilcervello. Per essere giornalista "à la page" ho perfinoimparato a usare il pc. Metto i miei pezzi su dischetto e li invioper on-line, come le sbarbine e i giovanotti che escono dallafacoltà di scienze delle comunicazioni, io che ho semprescritto a mano, avendo perfino un brutto rapporto con la macchinaper scrivere. Sono stato, è vero, il primo direttore diTiggì a computerizzare la regia e la redazione e aprogettare una banca di notizie, ma c'è voluto mio figlioVito, che mi ha dimostrato che il computer non uccide lacreatività, il collega Lillo Alaimo, che comunica col suovecchio zio che sta in America via internet, e la figlia dellasignora Marcacci-Rossi che criticava severamente i mieimanoscritti, a convincermi a darmi al macintosh. E chi mi vede allatastiera o mentre manipolo il modem non crede ai propriocchi.

Ritorniamo a bomba: campo facendo il consulente per lacomunicazione. Fare e non far sapere, oggi, è come non fare.Affinché il messaggio passi bisogna conoscere la tecnicadella comunicazione. Sovente, l'immagine, ciò che una voltasi chiamava la buona impressione, è piú importantedel prodotto o del servizio offerti alla spettabileclientela.

Il direttore d'azienda ha a disposizione il marketing, lerelazioni pubbliche, la pubblicità, la campagna integrata dipromozione, il mix e gli eventi, ma sovente non sa quali pescipigliare e a chi affidarsi.

Quella della comunicazione è un settore affascinantepoiché non è strettamente scientifico, sovente siesprime in inglese, profuma di cinema, evoca belle ragazzeintraprendenti e mangiauomini e sciupafemmine cinici e spietati.Per questo è un terreno fertile per gli impostori e ivenditori di fumo.

Inoltre, le nostre aziende, di piccola o media dimensione, nonpossono permettersi un responsabile della comunicazione, un addettoalle pubbliche relazioni, un organizzatore d'eventi e un(a)dipendente che tiene le relazione coi media. È un dirigentesul viale del tramonto o una segretaria ciarliera che assume questicompiti senza una preparazione specifica. Per le aziende adimensioni e organico ridotti, riesce pure difficile definire unastrategia della comunicazione. Cosí si fanno inserzionitanto per marcare presenza o per togliersi d'attorno l'acquisitorepetulante. Si sponsorizza la bocciofila e, se non costa troppo, sipiazza uno spot in tele... ma mi raccomando il prezzo!
Il consulente per la comunicazione è un esterno cheinterviene presso quelle aziende che non possono avere in organicodei professionisti della comunicazione. Con la direzione elaborauna strategia: logo, obiettivi, pubblico mirato, tipi di messaggi,veicoli appropriati per farli passare, quando organizzare unaconferenza-stampa, come redigere un comunicato, cosa mettere in unadocumentazione, come tenere una conferenza, l'uso dei multimedia.Allestisce anche un piano finanziario. Un'azienda che intendeaumentare la propria cifra d'affari dovrebbe riservare il 10% delbilancio alla comunicazione, in Svizzera invece la media èappena del 3% poichè la pubblicità èconsiderata uno sfizio o al massimo un optional. Naturalmente laconsulenza vale per le aziende private come per l'amministrazionepubblica. Lo stato, il cantone e i comuni devono comunicare, anzi,spiegarsi, farsi capire, conversare, ossia sapere ascoltare ericevere le cosí dette informazioni di ritorno. Icittadini-contribuenti vogliono conoscere dove finiscono i lorosoldi versati sotto forma di imposte e tasse. Il distacco tra lostato e i cittadini, tra le istituzioni e il paese reale, dipendonoanche dai silenzi, dalle omissioni e dal parlare oscuro.

Con una comunicazione puntuale, accessibile a tutti, evitando ilpolitese e il burocratese, le amministrazioni pubbliche possonocoinvolgere e fare partecipare la cittadinanza. Il dirittoall'informazione è un diritto democratico come il diritto divoto e di eleggibilità.

Da dieci anni (1988), con qualche pausa dovuta all' emigrazione aLione per Euronews e a Zurigo per S 4, con l'ufficio IMMES,immagine e messaggio, consulenza per la comunicazione, aiuto iservizi pubblici e le ditte private che ricorrono alla miaesperienza professionale. Tengo corsi sulla comunicazione pergiovani diplomatici, funzionari statali, manager dello sport,steward e hostess, disoccupati, venditori e commesse. Ho cercato disemplificare i testi dell'amministrazione federale e di talunisettori dell'amministrazione cantonale. Ho collaborato a definirela strategia di alcune grandi aziende internazionali. Ho redattotesti e realizzati audiovisivi. di documentarista aziendale, battosul computer i pezzi per il Caffè, e la sera davanti altelevisore trovo il sonno, ma non ho perso il piacere di leggere unlibro prima di addormentarmi. Ecco che cosa faccio...e non vi hodetto tutto!

Dario Robbiani.